L’HIPC o High Impact Polymer Composite è un materiale composito amorfo a reticolazione incrociata, chimicamente inerte, che offre valori fisici notevolmente elevati, per la categoria di appartenenza,
A differenza del PMMA, l’indicazione d’uso dell’ HIPC è per provvisori di lunga durata o per protesi permanenti, in quanto sono stati eseguiti con successo test sui pazienti per la durata di oltre 7 anni. Alta lavorabilità, elasticità e possibilità di scegliere tra gran parte delle opzioni offerte dalla scala colori VITA sono caratteristiche uniche di questo tipo di materiale che permettono all’odontotecnico l’utilizzo in un ampio spettro di casistiche.
Non di rado l’HIPC viene confuso con un altro polimero, il PEEK, con il quale condivide il fatto di offrire una maggiore elasticità rispetto a Zirconio, o a leghe di metalli più o meno nobili, oltre a una perfetta biocompatibilità.
Il PEEK, di contro, è un materiale che non è proposto in scala colore VITA e non ne offre le colorazioni da campionario (scala colore). La durezza del PEEK presenta per l’odontotecnico difficoltà maggiori di lavorazione, finitura e adesione dei materiali estetici usati per la stratificazione.
L’ HIPC condivide con il PEEK il fatto di essere monolitico e monocromatico, ma solo l'HIPC offre molte delle gradazioni di colore presenti nel campionario VITA.
L’HIPC può essere utilizzato sia per ponti e corone che incollato su impianti tramite specifici cementi resina / metallo.
Quando sono presenti precontatti e sono necessari molaggi selettivi (punti di contatto o superfici occlusali), zirconio e ceramiche da stratificazione hanno la necessità di essere lucidate a forno in quanto una ceramica abrasa può dare problemi sul dente antagonista (effetto carta vetrata) e problemi strutturali (scheggiature, crepe). HIPC è invece semplicemente lucidabile in studio con feltri o spazzolini e può essere montato al paziente in una sola seduta, riducendo manodopera e tempi, soprattutto per quei laboratori e studi che non dispongono di un forno adatto per la lucidatura o la glasura della ceramica.
Anche nel caso di un lavoro su impianti, HIPC si rivela un prezioso alleato; in quanto resinoso e con una superficie meno dura, porta a non creare alcun trauma di carico masticatorio né a livello di mucosa né a livello dell’antagonista. La maggiore elasticità, unita al fatto di essere monolitico, elimina i problemi di chipping, ovvero la frattura o lo sfaldamento della ceramica, aumentando in termini di sicurezza e tranquillità la qualità lavoro finale.
HIPC può essere pigmentato superficialmente con i normali colori presenti nei laboratori odontotecnici o stratificato, anche solo vestibolarmente, nel caso si voglia personalizzare il colore, (in particolare per i denti anteriori) con i compositi fotopolimerizzabili da laboratorio.
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